Molte donne che hanno vinto il cancro sono molto preoccupate per la loro fertilità e spesso si chiedono se sia possibile concepire e dare alla luce un bambino sano dopo aver subito un trattamento oncologico. Tutti gli esperti concordano sul fatto che in queste donne la funzione riproduttiva non sia completamente persa – e se non riesci a rimanere incinta in modo naturale, ci sono diverse opzioni la cui scelta dipende dal tipo di terapia subita e dal risultato del trattamento.
Ecco alcune opzioni per diventare madre dopo il cancro:
Vediamo queste opzioni in modo più dettagliato.
Questa è la migliore opzione per una donna che vuole rimanere incinta. Dopo il successo del trattamento oncologico, la normalizzazione del ciclo mestruale, la ripresa dell’attività ormonale e delle ovaie, ogni donna in età fertile si chiede quanto dovrà aspettare prima che i medici le permettano di tentare di rimanere incinta. Non ci possono essere risposte universali in questa domanda: la situazione di ogni paziente è diversa e dovrebbe essere discussa col proprio medico. Alcuni oncologi raccomandano di aspettare 2 anni, perché nei primi due anni il rischio di recidiva è particolarmente alto. Per prima cosa è necessario attendere la maturazione di nuovi ovuli sani, che non siano stati danneggiati né dal tumore, né dai farmaci.
La fecondazione in vitro (FIV) è oggi una soluzione standard e una vera ancora di salvezza per affrontare i problemi di infertilità. Per un motivo o per un altro, oggi una coppia su cinque ricorre all’aiuto di questo metodo – in molti casi con successo. Grazie alla fecondazione in vitro, le coppie senza figli ora possono avere figli. Tra questi anche le donne che durante il trattamento oncologico hanno perso l’utero, o le donne per le quali avere un bambino comporta un grande rischio per la vita e la salute.
Durante la preparazione per la procedura di fecondazione in vitro, la donna riceve dosi elevate di ormoni. Benché sia stato dimostrato che il processo di ECO non provochi l’insorgere del tumore, tuttavia è stato scoperto che quando cancro (in particolare il cancro al seno) è già in via di sviluppo, l’innesto ne causa la proliferazione. Pertanto, prima dell’innesto, è necessario assicurarsi che il cancro sia guarito con successo.
Questo metodo innovativo e costoso è una vera salvezza per quelle coppie in cui la donna, per qualsiasi motivo, ha ovuli sani, cioè è in grado di essere fecondati, ma non può portare l’embrione fino alla fine della gravidanza. Queste coppie, contattando una clinica di tecnologia riproduttiva, consegnano il loro biomateriale (sperma e ovulo), che vengono fecondati in vitro. L’ovulo fecondato viene poi impiantato nell’utero della madre surrogata, una donna assolutamente sana con la quale viene stipulato un contratto. Geneticamente, il bambino è figlio della coppia che ha consegnato il biomateriale, mentre la madre surrogata è solo una “custode temporanea” di un bambino sano.
È un’altra opzione molto popolare e spesso utilizzata. Tuttavia, il processo di adozione è lungo e può protrarsi per un anno o due. Per una coppia sposata in cui un partner ha sofferto di cancro, questo processo è ancora più complicato perché alcune strutture adottive vogliono assicurarsi che il cancro non si ripresenti, il che può richiedere fino a cinque anni.