Domande e risposte su maternità surrogata e fecondazione in vitro

Risposte alle domande più frequenti

Puoi leggere le risposte alle domande più frequenti oppure inviarcene una tu

 

Siamo un’agenzia internazionale con ampia esperienza e collaboriamo con tutti i cittadini stranieri. Accompagniamo le persone provenienti da diversi paesi in tutte le fasi del programma scelto, oltre a redigere i documenti necessari per le ambasciate.
le nostre filiali si trovano in Bielorussia e Ucraina.
La legislazione di questi paesi regola chiaramente il rapporto tra i genitori genetici e la madre surrogata. Quindi, la madre surrogata non ha alcun diritto sul bambino che ha partorito. In altri paesi (la Russia, ad esempio), per legge una madre surrogata può ripensarci e tenersi il bambino.
Inoltre, la qualità e la sicurezza delle cliniche di medicina riproduttiva in Bielorussia e Ucraina sono di livello molto alto.
Nella fecondazione in vitro e nella maternità surrogata in Ucraina, la legge non limita la scelta del sesso del nascituro. Tecnicamente è sufficiente eseguire uno screening dell’embrione. Infatti, lo sviluppo dell’embrione inizialmente avviene in laboratorio. Basta prelevare alcune cellule dall’embrione ed è possibile analizzare la coppia cromosomica (XX o XY) e determinare quindi il sesso del nascituro. Se il sesso è quello desiderato, l’embrione viene impiantato nell’utero materno, dove prosegue il suo naturale sviluppo.
Nella Repubblica di Bielorussia, la selezione del genere degli embrioni viene applicata solo per prevenire patologie genetiche, qualora sia stato accertato il rischio che possano presentarsi (un esempio tipico è l’emofilia)
La legge bielorussa e ucraina autorizza un uomo a donare il proprio sperma (se la donazione rimane libera e anonima) per aiutare donne e coppie a concepire. Il donatore può donare a una clinica o a una banca del seme.
Per essere un donatore è necessario soddisfare una serie di condizioni, solitamente abbastanza restrittive, perciò il numero di candidati scartati è molto alto.
Il requisito più importante e indispensabile è godere di buona salute, non si deve essere affetti da nessuna malattia. Vengono effettuati test delle urine e prelievi di sangue per realizzare un'analisi completa e, oltre a verificare che non sia presente alcuna malattia trasmessa sessualmente (ETS), si effettua anche un esame del cariotipo. Inoltre, è necessario che nessun membro della famiglia sia affetto da malattie ereditarie o disturbi psichiatrici.
Il donatore è una persona giovane ed è essenziale che sia maggiorenne. Anche se legalmente l'età massima per donare sperma è di 50 anni, le cliniche di fecondazione assistita hanno raggiunto un accordo e accettano solo donatori tra i 18 e i 35 anni.
La qualità del seme richiesta è molto alta e l'uomo in questione deve avere un buon volume di eiaculato, con un'alta concentrazione di spermatozoi di buona qualità, morfologia e mobilità.
Le donatrici di ovuli sono giovani donne che per spirito altruistico e con un rimborso economico donano i propri ovociti a donne che non ne possono più produrre o che ne producono di qualità insufficiente (dovuta essenzialmente all’età) per dar luogo a una gravidanza.
Per essere una donatrice è necessario soddisfare una serie di condizioni abbastanza restrittive. Le donatrici sono donne tra i 18 e i 30 anni, tutte sottoposte a visite psicologiche, mediche e soprattutto a un'analisi genetica che permetta di escludere le candidate portatrici di mutazioni autosomiche recessive tra cui fibrosi cistica, emoglobinopatie, atrofia muscolare spinale, talassemia alfa e beta, così come più di 30 malattie legate al cromosoma X (X-linked) come ad esempio le emofilie, X-fragile, la sindrome di Alport, alcune distrofie ecc. Questo significa che le candidate portatrici di mutazioni relative a una qualsiasi di queste malattie non possono partecipare al programma di ovodonazione.
Un parente può donare i suoi ovuli/spermatozoi, a condizione che superi lo screening psicologico e medico richiesto a tutti i donatori di gameti. Il vantaggio di avere un membro della famiglia che dona i suoi ovuli o spermatozoi è che il bambino avrà comunque qualche connessione genetica con la madre o il padre, anche se indirettamente.
La crioconservazione di spermatozoi è una metodica molto semplice ed efficace che non presenta particolari difficoltà. Essa riveste notevole importanza nei casi in cui esista la possibilità di dover accedere a tecniche chirurgiche per l’aspirazione degli spermatozoi, o nei casi di chemioterapia o terapia radiante.
Riguardo il congelamento di ovociti, nuovi processi di congelamento permettono oggi di crioconservare gli ovociti con buone possibilità di sopravvivenza degli stessi, che potranno quindi essere utilizzati per ottenere una gravidanza anni dopo il loro congelamento. Di solito, alla crioconservazione ricorrono le coppie con remore morali o religiose al congelamento degli embrioni, donne che si debbono sottoporre a trattamenti per problemi oncologici, donne con endometriosi o con una storia familiare di menopausa precoce, e donne che, per varie ragioni, debbano posporre nel tempo la ricerca di un figlio.
Benché ciò venga limitato al minimo indispensabile, nei cicli di riproduzione assistita talvolta è necessario congelare gli embrioni di una coppia per tentativi futuri. I processi di congelamento e scongelamento non modificano, né alterano, la qualità degli embrioni crioconservati. La tecnica di vetrificazione ha aumentato in modo esponenziale il numero di embrioni idonei rispetto a quelli trasferiti “in fresco”, poiché questa tecnica di congelamento è poco aggressiva per gli embrioni rispetto alle antiche tecniche di congelamento lento. Ciò permette di ottenere tassi di sopravvivenza e gestazione molto alti.
Il trasferimento di embrioni congelati può essere realizzato fino al limite massimo di 50 anni. Le pazienti che hanno embrioni vetrificati vengono contattate ogni due anni per confermare se vogliono continuare a conservare i propri embrioni congelati per un eventuale nuovo tentativo. Gli embrioni appartengono a loro, e ls missione della clinica è assicurarne la custodia.
Si è possibile scegliere un donatore anonimo da un database contenente una descrizione dei donatori e le informazioni che non costituiscono un segreto d’ufficio come età, altezza, peso, colore dei capelli e degli occhi, razza e nazionalità, istruzione, gruppo sanguigno e fattore Rh.
Se Lei non è in grado portare avanti una gravidanza a causa di determinati motivi sanitari, deve fornire i propri ovociti per partecipare ai programmi PMA e maternità surrogata: si tratta di una condizione prevista dalla legge ed è anche molto importante, perché il bambino dovrebbe essere geneticamente legato almeno ad uno dei genitori.
La maternità surrogata è un tipo di assistenza medica, come specificato nella Legge sulle tecnologie di riproduzione assistita No. 341-3 datata 7 gennaio 2012. Dunque tutti coloro che decidono di partecipare ai programmi di maternità surrogata dovrebbero avere ragioni mediche, cioè impossibilità di portare avanti una gravidanza per motivi fisiologici, a prescindere che la coppia o la persona single provenga dalla Bielorussia o da un paese estero.
Per diventare una madre surrogata, la candidata deve avere dei requisiti specifici: età compresa tra i 20 e i 35 anni, aver già superato una gravidanza senza complicazioni e con parto naturale, presenza di almeno un bambino sano, assenza di controindicazioni mediche.
Il compenso della madre surrogata è tra i 13.000 e i 25.000 $
Gli studi clinici non hanno rilevato alcuna differenza di rischi tra i bambini nati mediante PMA rispetto a quelli della popolazione generale.
Analogamente, non ci sono differenze tra neonati nati da FIV-ET rispetto a quelli concepiti spontaneamente per quanto concerne gli aspetti cognitivi e l’evoluzione psicomotoria. Prima dell'impianto nell’utero materno, ogni embrione viene sottoposto a diagnosi per identificare eventuali anomalie genetiche. La Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD, dall’inglese Preimplantation Genetic Diagnosis) è una tecnica diagnostica sicura usata in tutte le cliniche riproduttive. Per eseguirla è necessario prelevare alcune cellule dell’embrione prima del suo trasferimento e analizzarne il materiale genetico.
Durante le tecniche FIVET di solito viene impiantato più di un embrione nell’utero della madre surrogata. Per questo è possibile una gravidanza multipla, anche se il processo non implica necessariamente la nascita di gemelli o trigemelli. Quasi tutti i gemelli nati attraverso il processo di maternità surrogata sono fratelli: ciò significa che ciascun bambino si è sviluppato dal proprio singolo embrione.
Una donna che in passato ha avuto un taglio cesareo non può diventare una madre surrogata. Questa condizione esiste perché una cicatrice sulla parete dell’utero sarà un punto piuttosto vulnerabile per l’attaccamento dell’embrione.
Approfitta della nostra consulenza gratuita
Lasciaci i tuoi recapiti e ti richiameremo
Cliccando sul pulsante, acconsenti altrattamento dei dati personali
Abbiamo ricevuto il tuo profilo!
Un nostro consulente ti scriverà entro 15 minuti